L’essenziale è fatto di cose che nella normalità della vita non consideriamo. Nel mio zaino ho sempre messo un po’ troppo.
Prima di partire avevo deciso di portare il mio piccolo zaino da trekking, alla fine mi sono convinta ad accettare l’aiuto di un’amico che mi ha dato in prestito uno zaino comodo, una copertura per la pioggia ed un sacco dentro il quale dormire.
È bello lasciarsi aiutare, procedere a passo spedito in questa esistenza lasciando che qualcuno si prenda cura di noi: senza nulla in cambio se non quanto già c’è.
L’aereo per Santiago stanotte ha maturato un forte ritardo, sono riuscita ad arrivare a destinazione alle 3 del mattino, accompagnata dalla pioggia e da un insolito freddo.
Ogni volta che parto, a pochi istanti dall’ingresso in aereo, mi guardo indietro e sorrido. Dall’alto della scala il punto di osservazione è diverso. È un po’ come sorridere agli eventi della Vita che lascio a terra e vado verso il nuovo.
Ogni volta che parto il mio bagaglio di dentro è leggero, privo di aspettative. Lascio che gli eventi colorino di sfumature diverse il mio essere.
Questo mi fa stare bene.
Questo mi rende parte del mondo.
Arrivata a Santiago la stanza era piuttosto accogliente, le tende di colore verde mi davano un senso di casa.
Sono Manuela, oggi ho dovuto ricordarmelo parecchie volte.
Il tempo ha iniziato a dilatarsi come una grande fisarmonica che si apre a rallentatore, difficile restare al passo di quel ritmo lento. Cosa faccio ora?
All’arrivo a Sarria, sistematemi nella camerata dell’ostello, ho fatto due passi rimuginando su dei miei comportamenti, sui miei lunghi silenzi anche in compagnia. Alla fine di un lungo dialogo interiore mi sono detta che era giusto così. Che non bisogna sempre riempire di discorsi gli incontri. Che è nel silenzio che appaiono le immagini più stupefacenti. Questo fa parte del mio essere, accettarlo è un buon inizio.
C’è stato un momento in cui mi è stato chiesto il perché di questo cammino. Ebbene, io non ho un perché specifico. Gli ultimi dieci anni della mia breve esistenza su questa terra sono stati così densi, veloci, carichi e pieni che è giunto per me il momento di fermarmi e di iniziare a riconoscermi allo specchio. Dove tante volte non riuscivo a scorgere nulla.
Questa è per me la prima notte in un ostello, dentro ad un sacco a pelo con attorno sconosciuti.
Ho avuto un’amore che per lunghi mesi dormiva come me oggi ed io immaginavo fosse come un bruco nel suo bozzolo. Ho avuto…
Adesso il bruco sono io.
A me la possibilità di trasformare.
Ps. La tappa di domani sarà di 34km, ho deciso di imbarcare lo zaino per ritrovarlo poi nell’ostello successivo. Ho vagato il mondo con il mio fardello pesante, oggi scelgo di viaggiare leggera.