Giorno 7 – 10 settembre 2023

Questa è la tappa più breve in quanto a chilometri, ma la più lunga per quanto riguarda il sentire. Mi mancano poco più di 20 km all’arrivo a Santiago e la sola idea di essere arrivata mi fa sentire strana. Da percorrere ancora un pezzo di bosco fino ad arrivare al monte Gozo dal quale potrò vedere una parte della cattedrale di Santiago dal Monte Gozo, poi, mi aspetteranno altri 5 km.

Percorrere il tratto di bosco alle sette del mattino quando ancora la luce della nebbia di buio si erano le foglie degli alberi delle querce magico. Tra gli alberi la nebbia crea un paesaggio che sembra quasi spettrale visto da lontano ma una volta entrati all’interno del bosco tutto sembra magico, invece. Sembra quasi che da un momento all’altro debba apparire il lupo insieme a cappuccetto rosso mano per la mano facendo una passeggiata.

Per me il cervello umano e come un grande computer che contiene all’interno una memoria delle RAM, allo stesso modo di un computer la mente umana ad un certo momento riempie quasi completamente la sua RAM, la sua memoria tanto da non riuscire a contenere più niente. Conosco bene questa sensazione. Dopo la morte di mio padre qualche anno dopo, inizia a rendermi conto del fatto che per me era molto difficile ricordare anche così semplici come ad esempio dove avevo lasciato una maglia invece che a cosa avevo studiato il giorno prima.

Camminando nel bosco e cercando di ricordare qualche sensazione non riesco a ricordare.

Quel che è certo è che poco prima di arrivare a Santiago nella mente è come si facessero strada tanti pensieri senza un reale senso, e come si arrivare a Santiago fosse un momento topico per tutta la propria coscienza. Da un punto di vista religioso e quindi cristiano arrivare a Santiago è come chiedere il perdono per tutti i propri peccati e di conseguenza, anch’io ho cercato di ricordare quali fossero i grandi peccati compiuti su questa terra per cercare rimedio, perdono e ti assicuro non per santità ma nella mente non riusciva a venire niente. Era solo una folla di pensieri. Come sempre. Come quando sono in città. Come quando torno a quella normalità che tanto è normalità non è.

Arrivata al Monte Gaggio ho sentito una strana stanchezza accarezzarmi le gambe la necessità di sdraiarmi sul prato e dal quale si riescono a vedere le Google della cattedrale di Santiago è stato bello da lì ho iniziato a percepire la sensazione che era quasi come se mi stessi portando ad un appuntamento romantico per andare ad incontrare un amore che non vedo da tempo che aspetto il giorno prima e ne effetti mi ero lavata i capelli nero sistemare avevo messo anche un filo di mascara per non farmi trovare in preparata ciò che non valutavo era il fatto che a quell’appuntamento non avrei raggiunto un’amore qualsiasi ma avrei raggiunto me.
Dal monte gozzo tutto era più chiaro. Spesso ci si chiede a chi si voglia dedicare un cammino del genere ed io ho deciso di dedicarlo a me alla mia vita e al fatto che voglio viverla in maniera piena, senza tirare più il freno a mano

Gli ultimi 10 anni della mia vita sono stati anni pieni di responsabilità presi con cognizione di causa ed anche con piacere, se mi guardo indietro non cambierei niente, ma oggi ho la possibilità di scegliere io scelgo di vivere la mia vita.

Questo è il pensiero che mi accompagna misto alle lacrime di gioia negli ultimi chilometri verso Santiago che non sono stati semplici per via di un infortunio al ginocchio che mi rende quasi zoppa, ed anche questo è un dato molto particolare perché nella vita non mi sono mai fatta male nel corpo ma sempre nello spirito e questa era una cosa che mi lasciava da pensare “Possibile che tu non ti faccia mai niente?”. E non è un caso che a farmi male sia proprio il ginocchio che per la meta medicina, che serve il sintomo sotto altri aspetti, il ginocchio rappresenta il controllo e la rigidità che esercitiamo verso le stessi. Se fosse un test avrei risposto correttamente al 100% delle domande.

La strada verso la cattedrale di Santiago si fa sempre più breve il mio cuore sempre più leggero e pesante allo stesso tempo passo dopo passo raggiungo il centro della città di pullula di gente che è molto caldo le persone parlano sono felici arrivo quasi in fondo sbatto poi sulla destra e mi trovo sulla piazza principale guardo il video la cattedrale bella come non mai il sole alle spalle: ce l’ho fatta.

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